Non si governa da Milano, ma non si governa senza Milano

Ricerca Euromedia Research per FB&Associati: Milano strategica nelle dinamiche di policy e advocacy

Lo scorso 23 giugno FB&Associati ha inaugurato i suoi nuovi uffici milanesi e per l’occasione ha chiamato Pierfrancesco Maran, Assessore alla Casa e ai Quartieri del Comune di Milano, Giangiacomo Schiavi, giornalista del Corriere della Sera, Marco Osnato, parlamentare di  Fratelli d’Italia e Alessandra Ghisleri, direttrice Euromedia Reaserch, insieme a Fabio Bistoncini, Presidente e Fondatore di FB&Associati ad un confronto su quanto Milano sia oggi influente nelle dinamiche istituzionali, di policy e di dibattito pubblico.

FB&Associati, che da sempre affianca all’attività di consulenza una costante attività di analisi e ricerca sul dibattito pubblico, in occasione dell’evento ha quindi commissionato un rapporto ad Euromedia Research che restituisce un’immagine di Milano come di una città che detta le regole del gioco nello sviluppo delle policy, integrata con il resto del mondo, coraggiosa nel portare avanti sfide e opinioni e indispensabile da presidiare nel dialogo politico, ma che dovrebbe sfruttare di più il suo potenziale anche con l’aiuto dei media.

La ricerca ha coinvolto un campione rappresentativo della popolazione italiana e un pool di opinion leader del mondo finanziario, industriale, della politica e dell’editoria, con l’obiettivo di indagare come è cambiata la percezione e l’importanza della città nel nuovo contesto dell’Italia post pandemia e come possa o meno rappresentare un traino per il Paese in termini di tendenze e di integrazione con il resto del mondo.

Per 2 italiani su 3 Milano anticipa tendenze influenzando tutta la nazione e per quasi il 40% anche altre città in Europa. Ricopre un ruolo centrale per lo sviluppo di interessi a livello nazionale e, addirittura, in termini di importanza, sta rimpiazzando Roma perché “incipit” di progettualità e innovazioni e punto di ancoraggio, unico, dell’Italia al resto del mondo.

Sarà anche per questo che a Milano si respira una prospettiva di successo anche personale quasi da “sogno americano” e che sa premiare il merito. Peccato solo, o forse proprio per questo, che la politica fatichi a stargli al passo, malgrado sia qui che si dettano e si detteranno sempre più le regole del gioco sotto il profilo tecnico, industriale e finanziario e della ridefinizione delle policy, perché è da qui che prendono vita idee e movimenti capaci di influenzare le dinamiche nazionali.

La ricerca restituisce l’immagine di una città che ha notevolmente aumentato il suo peso sulla scena nazionale come riconosce il 89.9% degli intervistati anticipando le tendenze che poi influenzeranno tutta la società (70.4%) –  anche se per un residente al sud su 3 (27.8%) questo non è vero segno di un campanilismo ancora duro a morire – con un ruolo sempre più centrale per lo sviluppo di interessi a livello nazionale, molto più di Roma, e con una fisionomia sempre più integrata alle altre città europee e connessa alle aree più produttive di Francia e Germania. Una città in grado di svolgere un ruolo trainante dal punto di vista dello sviluppo economico e finanziario, ma anche perché sempre più capace di sperimentare e di lanciare nuove sfide, complice quel mix unico tra “saper fare”, coraggio e capacità di mobilitazione della società civile che la rendono “laboratorio politico” con idee, movimenti e novità in grado di orientare e qualificare anche la politica nazionale, soprattutto sul piano delle policy.

Tra i settori in cui Milano è il punto di partenza e l’incipit di progetti e tendenze, la top 10 dei settori dove espande la sua influenza vede ai primi posti moda e design (87.6%), imprenditoria (84.8) Industria e commercio (82.8%) ma anche ambiti meno “scontati” come arte e cultura (70.7) e rigenerazione urbana/urbanistica (59.8%). E’ in questi ambiti che Milano attrae investimenti e, a livello economico, supera le altre città che tentano invano di emularla, anche se su alcuni temi – dalle questioni ambientali alla sicurezza o al traffico – la città sembra dimenticarsi di se stessa e potrebbe fare di più.

Almeno questa è la lettura che ne fanno gli intervistati e su cui sicuramente impatta anche il ruolo dei media, che la ricerca identifica secondo un doppio registro di rapporto con la città, da un lato Milano come capitale mediatica italiana, dell’editoria e della lettura, dall’altro Milano non propriamente raffigurata per quella che realmente è dai media stessi, forse ancora troppo sbilanciati nei confronti di Roma, quasi a identificare una necessità di affermare in modo piu esteso il “brand” Milano.

In ogni caso quello che differenzia la città in termini di dinamiche, anche di influenza politica, dalle altri altre grandi città italiane è la sua velocità di evoluzione e la capacità di attivarsi come società civile nella sua interezza e in chiave di dibattito pubblico, ma al di là delle ideologie.

E’ anche per questo che la politica sembra inseguire la città (per il 39.1% degli intervistati) piuttosto che viceversa, perché Milano è una città che si “governa da sola” e che su queste basi può dare luogo a sperimentazioni anche virtuose o replicabili in altre realtà del Paese. Sullo sfondo l’antagonismo con Roma che lascia intuire un nuovo, ma non troppo, diktat secondo cui “non si governa da Milano, ma non si governa senza Milano”.

FB Bubbles ha integrato la ricerca con una analisi delle conversazioni in rete su come si parla di Milano e di quali temi, restituendo una fotografia dal web che conferma la ricerca: tra le issue più frequenti nel dibattito meneghino ci sono cultura – tema molto caro che, sotto certi punti di vista, per qualche anno può essere passato in secondo piano – e sostenibilità, oltre ad essere all’unisono considerata “capitale economica e finanziaria del Paese” e dell’innovazione. Milano, infatti, solo nell’arco dell’ultimo anno, è stata in rete menzionata oltre 10 mila volte con l’appellativo di “capitale”.

Considerata sul web come unica metropoli internazionale del Paese, l’aria che si respira in città è quasi più cosmopolita che nostrana e questo soprattutto per il suo essere sempre un passo avanti rispetto alle altre città della penisola e per la sua capacità di cavalcare i trend internazionali quanto di anticiparne altri in numerosi settori.

Dal punto di vista politico è soprattutto grazie alla cassa di risonanza dei social media  che le opinioni del popolo meneghino sulle tematiche politiche hanno raggiunto volumi di engagement sorprendenti – come mostrano, a titolo esemplificativo, le performance dei tweet di Fedez.  Milano negli ultimi 12 mesi si è, infatti, confermata luogo attento al tema dei diritti civili e della libertà, inserendosi prepotentemente nel dibattito sul disegno di legge contro l’omotransfobia con una forte partecipazione politica offline e online, menzionando in rete il Ddl Zan oltre 90 mila volte.

I milanesi concordano, invece, con l’opinione pubblica nazionale nell’ammettere – online e offline – quanto delicato e problematico sia stato il tema della sicurezza. Un considerevole picco di salienza sulla issue si è registrato soprattutto a ridosso delle elezioni amministrative di ottobre 2021, in occasioni delle quali il nome di Beppe Sala correlato al tema sicurezza è stato al centro di oltre 300 mila conversazioni web con un engagement di 3.5 milioni di interazioni.