L’altro lato della crisi sanitaria

L’Analisi di FB Bubbles sul dibattito social e istituzionale in materia di salute mentale nell’era del Covid

La pandemia – a livello globale e in Italia – ha generato un’attenzione sempre più crescente su un tema che a lungo è stato sottovalutato nel nostro Paese: il benessere e la salute mentale. Diverse ricerche hanno evidenziato che le misure di contenimento del contagio hanno esposto la popolazione a un disagio psichico senza precedenti e che le attuali manifestazioni di disturbi mentali sono solo la punta dell’iceberg di una più ampia emergenza psicologica che si rivelerà maggiormente con il ritorno alla normalità. 

FB Bubbles – divisione di FB & Associati specializzata in analisi del dibattito pubblico e ideazione di campagne di advocacy – ha scelto di analizzare come in rete si è discusso del tema salute mentale nell’ultimo anno, mettendo i dati a confronto con il comportamento e le iniziative promosse dagli stakeholders istituzionali all’interno delle sedi decisionali.

La prima considerazione che emerge dall’analisi è che si va definendo un quadro di opinione e di attenzione istituzionale che potrebbe rappresentare una grande occasione per riconoscere a questo aspetto della salute dell’individuo un ruolo finalmente prioritario e non più accessorio rispetto alla salute fisica, come è invece stato trattato per lungo tempo.

Il tema salute mentale negli ultimi 13 mesi ha generato sui social oltre 30 mila menzioni e 2,2 milioni di interazioni, dove forte è la richiesta di attenzione da parte dei decisori ad agire sul tema e a non sottovalutarlo o trattarlo con parole di circostanza.

Se nei mesi 2020 post lockdown l’attenzione sul tema si concentrava, prevalentemente, sullo stress e la salute mentale degli operatori socio-sanitari, nel corso dell’anno l’attenzione si è progressivamente spostata sui più giovani, quali bambini e adolescenti, fascia di popolazione che per lunghi periodi è stata privata della socialità connessa agli ambienti scolastici, aspetto estremamente rilevante per queste classi di età.
Sugli effetti della pandemia negli adolescenti il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha realizzato uno studio da cui emerge che il 94% del campione intervistato vive male la didattica a distanza proprio per la mancanza di spazi diretti di confronto, dialogo e condivisione. Ed è proprio sul tema giovani e bambini che gli stakeholders istituzionali hanno concentrato le loro attività.  

Da giugno 2020, periodo delle prime riaperture, a maggio 2021 tutti i gruppi politici, sia della vecchia che della nuova maggioranza governativa, si sono occupati del tema della salute mentale. Un’attenzione trasversale e, nella maggior parte dei casi, focalizzata sugli adolescenti, sui bambini o sulla necessità di supportare, sotto il profilo psicologico, i genitori chiamati a gestire figli in DAD. Forza Italia ha presentato 4 atti, seguito da PD e M5S con 3 atti ciascuno, Fratelli d’Italia 2 e Italia Viva 1. La Lega ha agito prevalentemente attraverso lo strumento dell’indagine conoscitiva, privilegiando l’esposizione social quale canale principe per la valorizzazione di opinioni e prese di posizione su temi rilevanti per l’agenda politica.  Sotto questo profilo è interessante rilevare, contrariamente ad altri temi di attualità connessi alla pandemia, come tali iniziative portate avanti in sede parlamentare siano state, nella quasi totalità, riprese nelle comunicazioni social da parte dei proponenti e dai gruppi parlamentari. Fratelli d’Italia, con 13 post complessivi, ha avanzato una proposta di legge per lo psicologo scolastico, oltre ad impegnare il Governo a “riconoscere alle famiglie più vulnerabili con figli minori un voucher per servizi psicologici”; mentre Forza Italia, con 11 contenuti e Lega con 33 uscite social hanno chiesto rispettivamente un implemento dei fondi europei e l’elaborazione di un piano nazionale di tutela della salute mentale. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sono stati particolarmente attivi nel dibattito, rispettivamente con 20 e 15 rappresentanti esposti sul tema della fragilità mentale giovanile e una media di 45 uscite social da novembre a oggi. I pentastellati si sono concentrati sul ritorno a scuola, chiedendo di “rendere strutturale la misura dello psicologo scolastico” e di ripristinare il numero verde per il sostegno psicologico. Nel PD lo stakeholder istituzionale più attivo sulla tutela della salute mentale dei più piccoli, con 16 post negli ultimi 6 mesi, è Paolo Siani, il cui contributo maggiore è stato l’approvazione di una risoluzione “finalizzata all’adozione di iniziative per la tutela della salute mentale di infanzia e adolescenza”. Con lui anche l’ex Ministra alla Salute Beatrice Lorenzin (12 contenuti) che, oltre ad abbracciare alcune misure della politica d’Oltralpe, enumera tra i rischi della pandemia quello di “influenzare lo sviluppo psico-fisico di bambini e adolescenti”. Il perdurare della pandemia e le pressioni della società civile hanno però spinto alcuni a richiedere interventi mirati: Fratelli d’Italia ha avanzato una proposta di legge per lo psicologo scolastico e impegnato il Governo a “riconoscere alle famiglie più vulnerabili con figli minori un voucher per servizi psicologici”, mentre Forza Italia e Lega, con molteplici interventi i canali social, hanno chiesto rispettivamente un implemento dei fondi europei e l’elaborazione di un piano nazionale a tutela della salute mentale.

L’analisi evidenzia l’esistenza di una prolifica discussione sul binomio Covid – Salute Mentale rivelando come, seppur lentamente, la issue sia entrata nel dibattito pubblico e poi nell’agenda politica, come confermato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, tenutasi lo scorso 10 ottobre. Le dinamiche di dibattito fanno pensare che il tema rimarrà nell’agenda politica, dove l’attenzione alle fasce più giovani costituisce un vulnus di molti partiti politici in un paese in cui l’astensionismo, specie nelle fasce più giovani della popolazione, è particolarmente rilevante. Il rischio è che la progressiva uscita dall’emergenza, grazie allo sviluppo positivo della campagna vaccinale, distolga l’attenzione sulla issue, quando invece la stagione di riforma e ridefinizione di molti aspetti di policy, anche sanitarie, potrebbe costituire l’occasione per ammodernare il sistema sanitario anche sotto il profilo delle fragilità mentali, superando un approccio settario e rendendolo realmente accessibile, oltre che accettabile da un punto di vista culturale, a tutta la popolazione.