Von der Leyen bis: il primo tassello della nuova Commissione e i prossimi passaggi

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L’elezione di von der Leyen

La decima legislatura del Parlamento europeo è iniziata ufficialmente a metà luglio, con la prima settimana di plenaria a Strasburgo. Tra i primi atti ufficiali del nuovo Parlamento il più significativo è stato indubbiamente il voto per l’elezione di Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione europea.

Giovedì 18 luglio l’ex ministra tedesca ha incassato la conferma dell’incarico, dopo aver guidato la Commissione per gli ultimi cinque anni, con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astensioni (7 le schede nulle). A rendere possibile il raggiungimento della soglia utile (360 voti) hanno contribuito principalmente i voti di una maggioranza di forze moderate ed europeiste composta da popolari (PPE), socialdemocratici (S&D), e liberali (Renew Europe) – che, insieme, già avevano contribuito a facilitare l’elezione di von der Leyen nel 2019 – arricchita dei voti di deputati del gruppo dei Verdi (G/EFA).

A votare contro, in prevalenza, oltre che l’estrema sinistra di The Left, sono stati i tre gruppi più a destra dell’emiciclo: Patriots for Europe (PfE) – nuovo gruppo nato su iniziativa del Premier ungherese Viktor Orbàn e che include anche la Lega -, Europe of Sovereign Nations (ESN) – nuovo gruppo sovranista che include, tra gli altri, i tedeschi di Alternative für Deutschland e i polacchi di Konfederacja – e ECR – che include la delegazione di Fratelli d’Italia.

Proprio la posizione della delegazione italiana di FdI ha tenuto banco nelle settimane antecedenti al voto. Il gruppo ECR aveva, infatti, concesso libertà di voto alle delegazioni nazionali – come sottolineato dallo stesso Nicola Procaccini, esponente italiano di ECR e co-chair del gruppo – ed era stata paventata l’ipotesi di endorsement da parte dei 24 eurodeputati di Fratelli d’Italia. Tale scenario non si è tuttavia verificato, dal momento che, come riportato[i] dal capodelegazione Fidanza e dallo stesso Procaccini a seguito dell’esito delle votazioni, gli eurodeputati di FdI hanno espresso un voto contrario.

Le linee guida della Commissione

Precedentemente al voto, la candidata alla Presidenza della Commissione aveva tenuto le sue dichiarazioni, illustrando le linee guida per l’eventuale attività della Commissione 2024-2029. Nel corso del discorso – e del successivo dibattito – von der Leyen ha delineato una visione ambiziosa per il futuro dell’UE, toccando innanzitutto il tema della competitività europea. A tal proposito, il discorso si è concentrato sulla necessità di sviluppare ulteriormente il Mercato Unico, di superarne le attuali frammentazioni (ad esempio nel settore degli investimenti privati) e di ridurre, in generale, l’onere burocratico per le imprese.

Un altro punto significativo toccato da von der Leyen è stato poi l’impegno a mantenere gli obiettivi di sostenibilità per il 2030 e il 2050, rimarcando così l’intenzione di non smantellare le politiche del Green Deal che hanno caratterizzato il precedente quinquennio, ma rilanciando la volontà di integrarle con un New Clean Industrial Deal, da proporre nei primi 100 giorni del nuovo mandato.

Tra i temi più rilevanti, infine, vale la pena citare il riferimento alla necessità di investire in sicurezza e difesa. L’ambizione di von der Leyen è quella di instaurare un’Unione europea della Difesa che lasci al contempo agli Stati membri la responsabilità della loro sicurezza nazionale e dei loro eserciti.

La nuova Commissione europea

Pochi giorni dopo la sua elezione, von der Leyen ha inviato delle lettere ufficiali ai capi di Stato e di governo degli Stati membri invitandoli a presentare i loro candidati per le cariche di Commissario europeo entro il 30 agosto. Alcuni nomi sono già stati ufficializzati, mentre per altri (tra cui l’Italia) bisognerà ancora aspettare.

I Commissari proposti dovranno essere successivamente nominati dal Consiglio di comune accordo con il Presidente eletto della Commissione.

Una volta completato il roster e delineati i portafogli individuali delle competenze, ciascun Commissario designato è ascoltato in un’audizione dedicata, a cui partecipano una o più Commissioni parlamentari, dopo aver risposto a un questionario scritto e presentato la propria dichiarazione di interessi finanziari.

Successivamente, il Parlamento sarà chiamato ad esprimere un voto soltanto per approvare o respingere la Commissione nel suo insieme; non sono quindi previste votazioni relative alle singole audizioni.

Di seguito, è riportata una possibile timeline delle tappe che dovrebbero portare al completamento della nuova Commissione europea:

Se già l’indicazione dei Commissari – e delle deleghe – sarà un’importante cartina tornasole delle intenzioni della nuova Commissione, bisognerà aspettare almeno fino alla fine del 2024 per iniziare a toccare con mano la direzione che vorrà intraprendere la seconda Commissione von der Leyen.


[i] Il voto per la nomina del Presidente della Commissione è segreto.